mercoledì 12 novembre 2014
Il nostro appuntamento per la settimana europea per la riduzione dei rifiuti è il 29 novembre...un appuntamento dedicato ai più piccoli dai 3 ai 12 anni, presso la sede di o2italia
L’azione si baserà sulla presentazione del libro Io non spreco e tu? 10 ricette eco-creative attraverso l’attivazione di laboratori ecocreativi con materiali altamente digeribili, biodegrabili verso zero rifiuti. Il libro realizzato a cura di o2italia e realizzato da Myleco sas, racchiude una raccolta di 10 ricette antispreco sulla spesa sostenibile e la tavola, piccoli spunti per i bambini, dai 4 ai 12 anni che avranno delle tracce per realizzare dei loro interventi creativi e utili per la famiglia. Tracce, frasi, eco-consigli schemi da ritagliare e piegare, pagine da riempire per scrivere, disegnare, costruire i passi che insieme possiamo fare con il "saper fare" per ridurre gli sprechi a tavola, al supermercato e a scuola. Aiutare i consumatori a fare la spesa, facendo un momento dedicato nel laboratorio su come evitare acquisti inutili e su come evitare sprechi di cibo al supermercato e a casa. L’azione della Myleco coinvolge i dipendenti, le famiglie, il territorio del comprensorio e si attiva sul web con una sezione del blog e del sito aziendale per diffondere in rete il progetto, le schede degli ecoconsigli antispreco e la spesa sostenibile www.myleco.it
Data azione: sab 29 nov 2014
Action developer: Myleco sas con o2italia
Regione: Sicilia
Indirizzo: sede o2italia (ricerca per la diffusione di buone pratiche, stili di vita sostenibili ed ecodesign), Pier Santi Mattarella Olivarella, San Filippo del Mela
giovedì 6 novembre 2014
Più di mille domande a risposta multipla per testare la tua preparazione sul tema sostenibilita!
Videosorveglianza in azienda: tra sicurezza e privacy
Il
progresso tecnologico offre soluzioni sempre più avanzate e complete in tema di
videosorveglianza, ma quando arriva il momento di installare un impianto è
importante essere informati.
L’installazione
di sistemi per la videosorveglianza ha assunto negli ultimi anni una grande
diffusione, in particolare in ambito aziendale per motivi di controllo
(accessi, movimentazioni, processi produttivi, ecc,) e di sicurezza
(intrusioni, furti, danneggiamenti, ecc.).
La sicurezza, in particolare, è diventata un bisogno sempre più forte e sentito nelle aziende, specchio di quello che accade all’interno dell’odierna società.
La sicurezza, in particolare, è diventata un bisogno sempre più forte e sentito nelle aziende, specchio di quello che accade all’interno dell’odierna società.
Spesso ci si chiede come sia possibile poter coniugare il rispetto
delle norme sulla privacy e i diritti dei lavoratori, con le proprie necessità
ed esigenze di sicurezza nell' ambiente di lavoro.
Bisogna
partire dalla premessa che spesso non tutto ciò che è tecnicamente possibile è
anche giuridicamente legittimo, valutando che in molte aziende i dipendenti possono essere ripresi dalle telecamere stesse
durante lo svolgimento del loro lavoro.
La Legge 300/1970 (Statuto dei lavoratori) vieta
all’art. 4 l’uso di impianti audiovisivi e altre apparecchiature atte al
controllo a distanza del personale dipendente; inoltre la normativa
sulla privacy (Dlgs n.196/2003) richiama la disciplina posta dall’art. 4 dello
Statuto.
Sono in molti i lavoratori che si
irrigidiscono non appena sentono parlare di telecamere o di videosorveglianza:
il timore è quello di essere monitorati per tutta la durata
dell’orario lavorativo e di avere il fiato sul collo tutto il giorno vivendo
con l’ansia di essere spiati.
Come
può quindi un titolare installare un sistema di videosorveglianza nel totale
rispetto della privacy dei propri lavoratori e senza rischiare di
incorrere in accuse e sanzioni?
La procedura è piuttosto semplice e vale
indubbiamente la pena seguirla passo dopo passo piuttosto che pentirsi di non
averlo fatto dopo.
Un’azienda che vuole installare telecamere
sul posto di lavoro deve:
-
indicare con
apposita modulistica la presenza delle videocamere;
-
redigere un
documento interno sulle motivazioni e la scelta della videosorveglianza
nell’area aziendale;
-
informare il
personale dipendente raggiungendo un accordo con la RSU aziendale o, in sua
mancanza, chiedere l'autorizzazione alla competente Direzione Provinciale del
Lavoro tramite il modello allegato al presente articolo (che, a rigore,
dovrebbe essere preventiva all'installazione).
E’
importante sottolineare che l’utilizzo di sistemi di videosorveglianza in
luoghi di lavoro nei quali sono occupati lavoratori dipendenti senza la
preventiva autorizzazione della Direzione Territoriale del Lavoro, oppure in
modo illecito senza la garanzia del rispetto del D.Lgs.196/03 Testo Unico Privacy, comporta l’applicazione
di ingenti sanzioni amministrative e, in alcuni casi, anche penali.
Gli adempimenti
previsti dalla normativa vigente , che possono essere più o meno complesse a
seconda dei casi, risulteranno più veloci e precise se effettuate con il
supporto di un consulente qualificato in materia di
Privacy che possa dare delle
indicazioni precise in modo da risparmiare tempo prezioso e che diano la
tranquillità all’azienda di non avere “brutte sorprese” in futuro.
Parliamo della Plastica
Per la raccolta differenziata della plastica bisogna seguire certe regole di base.
Teoricamente, tutti i tipi di
plastica sono adatti al riciclaggio, a meno di contaminazioni che lo rendano
sconveniente. Nei prodotti sicuramente riciclabili vi è comunque il simbolo
caratteristico (tre frecce a formare un triangolo) con all'interno il numero
SPI Society of the Plastics
Industry identificativo del polimero specifico (pe polietilene; pet
polietilentereftalato; pvc polivinilcloruro). Alcuni tipi di plastica sono
inadatti al riciclaggio diretto, così come viene attualmente svolto in molti
comuni, per esempio, un tubetto di dentifricio non può essere riciclato a causa
della difficile rimozione interna del residuo di prodotto, e così alcuni
giocattoli, attaccapanni, custodie di CD, ma gli stessi si possono indirizzare
alla produzione di plastiche di bassa qualità, imballaggi industriali, ed anche
per alcune tipologie di arredi urbani.
In genere sono sicuramente
differenziabili le resine termoplastiche, quali i contenitori per liquidi in
plastica (contenitori di detersivi, bagnoschiuma e bottiglie) e tutti quelli
definiti imballaggi.
Sono riciclabili, ed avviabili
alla produzione di nuovo pellet per produrre plastica di buona qualità, le
resine termoindurenti come la bachelite, le resine ureiche (di uso più
recente), la melammina (piatti di plastica rigidi), le resine epossidiche (di
uso più tecnologico, come colle ad alta resistenza) e molte resine poliestere,
ecc..
L'art 183 del decreto legislativo
3 aprile 2006, n. 152 che contiene le norme in materia ambientale definisce in
questo modo la raccolta differenziata:
l
a raccolta idonea,
secondo criteri di economicità, efficacia, trasparenza ed efficienza, a
raggruppare i rifiuti di imballaggio separatamente dagli altri rifiuti urbani,
a condizione che siano effettivamente destinati al recupero.
| |
La raccolta differenziata dei
rifiuti di imballaggio oltre che un obbligo di legge è anche un obbligo di
convenienza e organizzazione economica. Lo stesso decreto legislativo dedica il
titolo II alla gestione degli imballaggi e i produttori, gli utilizzatori degli
imballaggi devono organizzarsi per il recupero degli imballaggi dopo il loro
uso, che vanno conferiti nei centri di raccolta dove il soggetto gestore del
servizio raggrupperà per tipologia.
Michele Petretta
martedì 4 novembre 2014
sabato 29 novembre la Myleco partecipa all'iniziativa europea per la riduzione dei rifiuti presentando il libro-progetto realizzato con o2italia: "io non spreco" 10 ricette eco-creative
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